L’export salva l’industria piacentina: preoccupano costo energia e peste suina

27 Febbraio 2025 15:49

Il fatturato delle aziende piacentine ha registrato una lieve crescita, le esportazioni mantengono un andamento positivo e l’occupazione si conferma in crescita. Aumentano invece le preoccupazioni legate al costo dell’energia, alle difficoltà del mercato interno, al contesto geopolitico e alle ripercussioni che la peste suina potrebbe avere nel settore suinicolo. Sono solo alcune delle tematiche emerse durante la presentazione dell’indagine congiunturale elaborata dall’ufficio studi di Confindustria Piacenza riguardo al secondo semestre del 2024.

“Dati che raccontano di un rallentamento dell’economia che comunque non ha comportato grandi ferite al tessuto economico piacentino sostenuto in particolare dall’esportazione alimentare, agroalimentare e quella inerente alla meccanica legata all’Oil&gas” le parole di Nicola Parenti, presidente di Confindustria Piacenza. La forza del tessuto economico piacentino? “La diversificazione – risponde Parenti -, che permette alle nostre aziende di mantenere risultati positivi in termini occupazionali e di fatturato nonostante il contesto complesso che stiamo affrontando”.

“Preoccupa lo scenario geopolitico”

“Per quanto riguarda il futuro ci preoccupa lo scenario geopolitico e le conseguenze che potrebbero manifestarsi in ambito economico e produttivo – continua il presidente degli industriali piacentini -. Gli imprenditori si aspettano comunque un aumento del fatturato, ma rispetto all’anno scorso c’è maggiore cautela”. In termini assoluti, il 17% degli imprenditori piacentini si aspetta un calo del fatturato.

“Rispetto ad altre provincie vicine, Piacenza tiene anche dal punto di vista occupazionale con indici di cassa integrazione inferiori – sottolinea il direttore Luca Groppi -. A preoccupare maggiormente è il costo dell’energia che potrebbe ripercuotersi sull’inflazione e quindi sul valore dei tassi di interesse”.

L’industria piacentina comunque mostra una buona capacità di risposta al complesso contesto economico globale, chiudendo il 2024 con dati complessivamente ancora positivi, nonostante l’esposizione a diversi fattori di incertezza. La consueta Indagine Congiunturale condotta dall’ufficio studi di Confindustria Piacenza ha analizzato vari indicatori economici tra le imprese manifatturiere associate, confrontando l’andamento di fatturato, occupazione, ordini e giacenze nel secondo semestre 2024 rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente, nonché l’andamento degli investimenti nell’anno. Sono state altresì rilevate le previsioni degli stessi indicatori per il primo semestre 2025.

Nel secondo semestre del 2024, il fatturato complessivo delle aziende manifatturiere è rimasto sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, registrando una lieve crescita dello 0,48%. Tuttavia, si riscontrano alcune difficoltà sul mercato domestico, dove l’intero comparto manifatturiero ha visto un calo del fatturato interno dello -0,36%, il primo dato negativo dal 2020.

Positivi i dati sull’export

Le esportazioni mostrano un andamento particolarmente positivo, soprattutto nel settore alimentare (+15,46%) e nella meccanica (+4,29%). Quest’ultimo settore evidenzia però una forte eterogeneità nelle performance delle diverse filiere. Le aziende attive nell’oil&gas e nelle infrastrutture energetiche stanno ottenendo risultati positivi, trainate da una domanda in forte crescita. Al contrario, il comparto delle macchine utensili sta risentendo della contrazione di alcuni mercati chiave, in particolare la filiera automotive e il mercato tedesco, che tradizionalmente assorbe una quota significativa della produzione piacentina.

Le aziende che hanno potuto diversificare i mercati di sbocco, orientandosi ad esempio verso altre aree geografiche, come gli Stati Uniti, o verso altri settori in espansione, come la difesa e l’aerospazio, stanno beneficiando della crescita economica in queste aree e filiere. L’occupazione si conferma in crescita (+1,63%); anche per questo dato, il settore meccanico risulta quello più prudente (+0,11%). La variazione degli investimenti nel 2024 risulta nel complesso positiva (+3,09%), con particolare dinamismo nel settore alimentare (+7,70%). Le imprese hanno investito principalmente in impianti, macchinari e formazione del personale, con una crescente attenzione alla digitalizzazione e alla
sostenibilità. Tra i principali ostacoli agli investimenti emergono la carenza di personale qualificato (37%) e un livello di domanda atteso insufficiente (35%).

L’INDUSTRIA PIACENTINA NEL DIFFICILE CONTESTO GLOBALE

Per il primo semestre del 2025 le previsioni sono più caute rispetto a sei mesi fa e vedono diminuire la percentuale di chi si aspetta un aumento del fatturato e degli ordini nel semestre in corso. Nonostante le incertezze economiche, l’occupazione mostra segnali positivi: il 18% degli imprenditori prevede un aumento del personale. Come evidenziato in questa indagine, la difficoltà nel reperire risorse umane resta uno dei principali ostacoli agli investimenti.

Allo stesso tempo, il capitale umano si conferma un elemento strategico per la crescita aziendale. Per mantenere competitività e innovazione, le imprese scelgono di investire nel personale, puntando su competenze e professionalità come leve fondamentali
per affrontare le sfide del mercato.

Gli investimenti continueranno a concentrarsi nel 2025 su digitalizzazione, software, IT e formazione del personale, con una crescente attenzione alla sostenibilità ambientale. Nonostante le difficoltà globali e le incertezze derivanti dalle politiche commerciali internazionali, la transizione digitale e l’innovazione sembrano essere considerati strumenti chiave per sostenere la competitività e il futuro delle imprese manifatturiere.

Gli indicatori economici

Il fatturato nel secondo semestre 2024 ha registrato una variazione nel complesso ancora positiva, seppur con alcune criticità e differenze tra settori. La variazione per l’intero comparto manifatturiero si attesta a +0,48% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A differenza dell’indagine precedente, l’andamento dei prezzi non ha avuto un impatto significativo sulla crescita, ma permangono incertezze legate principalmente alla domanda interna.

Il fatturato estero continua infatti a essere il principale traino della crescita, con un incremento del +4,00%, mentre il fatturato interno, per la prima volta dal 2020, segna un dato negativo (-0,36%), suggerendo una domanda interna meno dinamica. Guardando ai settori, il miglior risultato è quello del settore dei materiali edili (+7,32%), La buona
performance continua ad essere sostenuta da due importanti driver di sviluppo: gli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio immobiliare, seppur depotenziati, e il piano di investimenti infrastrutturali previsti dal Pnrr. L’incremento appare però influenzato anche dall’aumento dei prezzi, che rimane significativo (+4,67%).

Anche il settore alimentare continua, nel complesso, a mantenere un buon risultato (+3,30%), sostenuto da un exploit del fatturato estero (+15.46%), a compensare il dato negativo del fatturato interno (- 1,15%). Il settore meccanico, centrale per l’economia provinciale, registra una diminuzione del fatturato pari a0,66%. Sebbene le vendite estere abbiano segnato un incremento del +4,29%, il calo del mercato domestico (-2,57%) ha impedito una crescita complessiva positiva. All’interno del settore meccanico, le performance risultano eterogenee: le aziende legate all’oil&gas e alle infrastrutture energetiche registrano dati positivi, mentre il comparto delle macchine utensili risente del ridimensionamento di alcuni mercati, in particolare della filiera automotive e del mercato tedesco, tradizionale sbocco delle produzioni piacentine. Al contrario, le imprese che intrattengono rapporti commerciali con gli Stati Uniti beneficiano del buon ritmo di crescita del mercato statunitense.

Le industrie varie (tessile, arredamento, legno, chimica/plastica e altri) registrano invece una flessione del fatturato del -5,32%. La riduzione riguarda sia il mercato estero (-19,70%) che quello interno (-2,17%).

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