Vittorio Silva da quarant’anni a servizio del territorio: “La Provincia è casa dei sindaci”

04 Febbraio 2025 22:30

Dopo quarant’anni di carriera, di cui dieci da direttore generale, Vittorio Silva racconta il suo percorso all’interno della Provincia di Piacenza, l’ente di via Garibaldi che ha visto trasformarsi profondamente nel tempo. Tra sfide, cambiamenti e il senso di responsabilità verso il territorio, Silva, economista, docente, ricercatore, dirigente, ha ripercorso nel salotto dello “Specchio di Piacenza”, su Telelibertà, la sua biografia non solo professionale.

Durante l’intervista, curata dalla giornalista Nicoletta Bracchi, Silva ha descritto, ieri sera, il suo rapporto con Piacenza, il confronto con i “suoi” dieci presidenti e le prove più impegnative sul lavoro e nella vita privata. “Sono stati quarant’anni trascorsi rapidissimamente. Un percorso che mi ha visto attraversare epoche e trasformazioni del tessuto economico e sociale, sempre con uno sguardo attento e critico sulla realtà”.

Una vita dedicata al servizio pubblico, fatta di scelte, responsabilità e passione. “La Provincia è sempre stata la “casa dei sindaci”, il luogo dove si cerca di tenere insieme i primi cittadini, indipendentemente dai colori politici. Il nostro compito è quello di garantire il dialogo e la cooperazione tra le diverse amministrazioni. Oggi – commenta Silva – la Provincia conta circa 150 dipendenti, ma ci sono stati periodi in cui eravamo quasi 400. Con la riforma delle Province, molte competenze sono state ridefinite e la struttura si è ridotta. Nonostante questo, l’ente ha continuato a svolgere il suo ruolo fondamentale per il territorio. Il mio compito principale? Quello di fare sintesi e gestire le risorse umane. Ho sempre cercato di svolgere il mio lavoro con la massima libertà e autonomia, nel rispetto delle linee guida politiche dell’ente”.

Le esigenze del territorio

Domanda a bruciapelo: ha mai dovuto alzare bandiera bianca?: “È capitato tante volte. Le esigenze del territorio sono numerose e complesse, e spesso si riesce a dare risposta solo a una piccola parte di esse. Piacenza deve affrontare il cambiamento con fiducia, senza timori o resistenze. Il successo di un territorio dipende dalla sua capacità di adattarsi, evolversi e reinventarsi con rapidità”. Fin da ragazzo, Vittorio, si è distinto per il suo amore per lo studio. “Mi è sempre piaciuto studiare – ricorda – sin da quando ho iniziato a leggere libri da bambino. Crescendo, mi affascinavano la fantascienza e l’avventura, ma poi ho sviluppato interessi sempre più orientati alla comprensione della società”. Dopo il diploma al liceo scientifico di Castel San Giovanni, si è iscritto all’università di Pavia, laureandosi con 110 e lode in Economia. “In realtà, ero incerto se scegliere Filosofia o Economia – confessa – alla fine, ho optato per un indirizzo in economia politica, per poter comprendere meglio la società e, possibilmente, contribuire al suo cambiamento attraverso strumenti concreti”.

“Il valore delle persone prima di tutto”

La svolta arrivò quando la Provincia di Piacenza cercava un giovane economista per il suo Ufficio Studi e Programmazione, guidato dall’architetto Montanari. L’esperienza in Provincia lo ha portato a lavorare al fianco di ben dieci presidenti dell’ente, a partire dal 1985 con Benaglia, per poi attraversare i mandati di Miagliavacca, Zurla, Squeri, due volte, Boiardi, Trespidi, Rolleri, Barbieri, Franco Albertini per un breve periodo, fino all’attuale presidente Monica Patelli. “Per me – sottolinea Silva – il valore delle persone viene prima di qualsiasi distinzione politica. Ho sempre creduto che, al di là delle bandiere e delle appartenenze, siano le qualità umane e professionali a fare la differenza. I miei valori di riferimento restano gli stessi di quando ero ragazzino”.

Tra le figure politiche che ricorda c’è Patrizia Barbieri: “Di lei ho sempre apprezzato la competenza, il rigore, l’intuito e la capacità di creare una forte sintonia per risolvere i problemi. Con lei si è instaurato un dialogo vero, costruttivo, sempre orientato al bene comune. Monica Patelli? Ha iniziato a lavorare con me, e ho subito colto in lei una grande determinazione e voglia di fare. Molto capace. Poi ci perdemmo di vista e me la sono ritrovata come presidente. È stato stimolante vedere crescere una nuova generazione di amministratori. Ricordo Maurizio Migliavacca, con lui grande identità di vedute. Da Rolleri ho imparato la tensione costante nei confronti dell’innovazione, mai accontentarsi”.

L’interesse per la politica dai tempi della scuola

L’interesse per la politica è nato durante gli anni della scuola. “A 18 anni, al liceo a Castel San Giovanni – riavvolge il nastro Vittorio Silva – ho sentito per la prima volta il desiderio di occuparmene. Erano gli anni Settanta, un’epoca in cui era naturale sentirsi coinvolti nei grandi temi sociali. Il 1978, in particolare, era un periodo di forte impegno, un’epoca in cui si respirava un desiderio di partecipazione e cambiamento”.

Silva riflette su come questo impegno civile sia cambiato con il tempo: “Oggi l’interesse per la politica è vissuto in forme diverse, con uno sguardo più disincantato. La società è mutata profondamente, così come la classe politica e i valori su cui si basa il dibattito pubblico. Ai miei tempi, l’ideale di cambiare il mondo era parte fondamentale dell’essere giovani. Forse, il cambiamento si cerca in modi diversi, ma la voglia di incidere sulla realtà rimane un elemento cruciale”.

Oltre al lavoro in Provincia, Vittorio Silva ha vissuto in prima persona anche l’esperienza amministrativa nel suo comune, Castel San Giovanni, dove si è misurato con il ruolo di sindaco: “Un’esperienza che mi ha formato molto, mi ha permesso di capire da vicino le dinamiche di un’amministrazione locale e il rapporto con i cittadini. È stata una sfida importante, una fase della mia vita in cui ho messo in gioco tutto me stesso. Ho molto rispetto per chi sceglie di dedicarsi all’amministrazione comunale, perché significa essere costantemente al servizio della comunità”.

L’impegno politico è proseguito anche all’interno del partito, nel Pd: “Il cammino da segretario provinciale è stato un altro tassello importante. Lavorare con i volontari, costruire strategie, cercare di dare risposte alle esigenze del territorio è stato arricchente e, allo stesso tempo, impegnativo. Lo rifarei? Non saprei dare una risposta certa: è un ruolo che comporta enormi responsabilità, un carico emotivo e operativo molto intenso”.

Le radici

Vittorio Silva racconta con emozione le sue radici e il percorso che lo ha portato fin qui. “Sono cresciuto in una casa di campagna, in una famiglia semplice ma ricca di affetti. Era una realtà povera e umile, ma attraversata da una grande dignità. Ogni passo che ho compiuto nella mia vita professionale è stato fatto con la consapevolezza di avere un debito di gratitudine verso la mia famiglia. Mi sento in debito verso i miei genitori, per i sacrifici e i valori che mi hanno trasmesso”. La passione per i viaggi ha accompagnato Silva per tutta la vita, condivisa con la moglie Ivana e le tre figlie, Claudia, Giulia e Annalisa. “Viaggiare è sempre stato per noi un modo per aprire la mente, conoscere nuove culture e rafforzare i legami familiari. Ogni viaggio ci ha lasciato qualcosa di speciale, un’esperienza, un ricordo, un insegnamento”.

Le foto di un’esistenza scorrono, c’è un’immagine che Silva conserva nel cuore. “Una foto di Marilyn Monroe, un’icona che ha saputo unire il successo alla fragilità, rappresentando la complessità dell’essere umano. In quella foto vedo la forza e la vulnerabilità, la luce e l’ombra che convivono in ognuno di noi”. Lo specchio di Piacenza

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