Era legato a un attentatore di Charlie Hebdo il pakistano arrestato a Piacenza
07 Marzo 2025 18:08
La questura di Piacenza ha fornito ulteriori informazioni sull’arresto avvenuto nella nostra città del pakistano accusato di essere legato a una cella terroristica operante tra Spagna e Italia. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine italiane e collegato all’autore dell’attentato commesso a fine settembre 2020 all’esterno della sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo.
“Lo scorso 3 marzo 2025, personale delle Digos di Bologna e di Piacenza, insieme a personale Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione-Servizio per il Contrasto all’Estremismo e al Terrorismo Esterno – si legge in una nota – hanno dato esecuzione a un mandato di arresto europeo emesso dalle Autorità spagnole nei confronti di un cittadino pakistano, domiciliato in provincia di Piacenza, indagato nel Paese iberico per reati in materia di terrorismo. L’arresto è stato disposto nell’ambito di una più ampia operazione – per la quale sono stati disposti altri dieci analoghi provvedimenti eseguiti in contemporanea in Spagna dalla Polizia Nacional e dalla Polizia catalana – concernente una vasta indagine su un sodalizio di presunti esponenti dell’organizzazione terroristica internazionale di matrice jihadista avente base a Barcellona. L’indagine – spiega ancora la questura – ha permesso di individuare la presenza in Spagna ed in Italia di un gruppo perfettamente gerarchizzato e strutturato, che attraverso canali criptati lanciava appelli che incitavano all’omicidio e alla decapitazione di coloro che si opponessero alla loro dottrina. Inoltre, nella pubblicistica divulgata esaltavano i mujahidin che avevano compiuto attentati contro persone accusate di blasfemia in Europa ed in Pakistan ed avevano già iniziato ad identificare possibili target da colpire; uno di questi gruppi era gestito da una delle arrestate ed era composto esclusivamente da donne, dove non solo si promuoveva l’indottrinamento, ma si cercava anche di individuare possibili obiettivi per future azioni”.
Questa operazione congiunta – che costituisce la terza fase di un’indagine già avviata dalla Polizia Nazionale iberica e che ha portato, negli ultimi 3 anni, all’arresto di una trentina di terroristi – rappresenta il coronamento di una lunga e proficua sinergia operativa tra Italia e Spagna in materia di antiterrorismo, che ha consentito nel tempo di raggiungere importanti risultati nel contrasto al fenomeno. “Al riguardo – chiarisce la questura – si segnala che il pakistano arrestato in Italia era già stato oggetto di attenzione investigativa da parte della Polizia italiana dal 2021 grazie ad una segnalazione della polizia iberica che lo indicava quale contatto con i pakistani, poi arrestati dalla Digos di Genova nel giugno 2022, nell’ambito dell’Operazione Gabar, in esito alla quale furono sottoposti a custodia cautelare in carcere 14 cittadini pakistani (uno dei quali catturato in Spagna e tutti ora condannati in Italia, taluni con sentenza passata in giudicato) gravemente indiziati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale. Si rammenta che costoro erano direttamente legati all’autore dell’attentato commesso a fine settembre 2020 all’esterno della già tristemente nota sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, in cui vennero ferite due persone. In quello stesso contesto investigativo era maturata l’inchiesta denominata operazione Sakina con cui le Autorità spagnole, nel febbraio 2022, hanno arrestato in quel Paese cinque cittadini pakistani, seguaci del movimento Tehreek-e-Labbaik Pakistan (Tlp). Gli indagati sono stati ritenuti responsabili di apologia e indottrinamento al terrorismo poiché soliti alimentare il web tramite i loro profili social con pubblicazioni di esaltazione di azioni terroristiche, commesse dagli appartenenti a quel sodalizio”.
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