Caso Tice, l’amministratore dello stabile: “Proposte, ma nessun progetto concreto”

28 Febbraio 2025 02:01

“Sono state fatte alcune proposte, ma non dei progetti veri e propri”. Fabio Pilastro è l’amministratore e il legale rappresentante del condominio nella galleria di piazza Cavalli in cui il centro Tice ha la sede chiusa in seguito a una diffida del Comune di Piacenza per la mancata autorizzazione sanitaria.
“Il Centro Tice è entrato come conduttore di una unità del condominio – spiega Pilastro – è vero che negli ultimi due anni è stata fatta una serie di richieste, ma non si tratta di progetti: fra le proposte c’era l’installazione di un montascale fra l’atrio di ingresso e il piano rialzato e la sostituzione degli ascensori che attualmente ci sono per renderli accessibili anche alle persone con sedie a rotelle. Il centro avrebbe voluto che il condominio si facesse carico della spesa, ma io ho precisato più volte che la normativa prevede l’impossibilità per il condominio di opporsi nel caso in cui la persona con disabilità sia residente. È non è questo il caso”.
“In una riunione avuta pochi giorni fa, il 20 febbraio, il centro ha proposto un montascale per arrivare al quarto piano dove ha la sede e la proprietà ha fatto riferimento a uno strumento mobile che non prevedesse installazione fissa – continua Pilastro – ho chiesto loro più volte di presentare un progetto al condominio per vedere se all’interno dell’assemblea potesse essere approvato, sottolineando però che il condominio non si sarebbe sobbarcato la spesa”.
La questione è emersa perché la scorsa settimana a Tice è stata notificata la diffida a proseguire il servizio nella sede della galleria: “Dato che nella legge regionale che regola l’autorizzazione al funzionamento delle strutture socio-sanitarie non ci sono indicazioni su come debbano procedere le cooperative sociali, da un paio d’anni abbiamo chiesto direttamente ad Ausl e Comune cosa fare – spiega la presidente Francesca Cavallini – abbiamo mandato una richiesta di autorizzazione all’Ausl che non ci è stata accettata e così il Comune ci ha diffidato dal proseguire il servizio”.
Diverso è il caso della sede di via De Meis, dove l’Ausl ha fatto un controllo e il 3 dovrebbe comunicare l’eventuale autorizzazione al funzionamento sanitario.

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