Nuove regole sulla sicurezza nei locali, i titolari perplessi: “Non siamo sceriffi”
28 Febbraio 2025 03:50
Il recente Decreto Piantedosi, che introduce nuove misure di sicurezza per bar, discoteche e locali, sta suscitato reazioni diverse tra i titolari del centro storico di Piacenza.
Cosa prevede il decreto
Le nuove norme (che sono facoltative e non obbligatorie) prevedono, oltre a un giro di vite per l’alcol ai minorenni, l’installazione di telecamere esterne che riprendano anche gli accessi al locale, l’aumento dell’illuminazione esterna e la nomina di un referente alla sicurezza per le attività che rimangono aperte oltre un certo orario. Inoltre, le misure prevedono l’esposizione di un decalogo dei comportamenti del cliente-modello (dall’impegno a non introdurre armi al divieto di usare spray al peperoncino, dalla messa al bando di sostanze stupefacenti, a quella di alcolici portati da casa) e l’istituzione di una sorta di premio, la “grazia del questore”, che può essere conferito ai locali che dimostrano impegno nel mantenere un ambiente sicuro e ben frequentato, anche nel caso in cui si verifichino disordini pubblici. Le nuove disposizioni sono, tuttavia, a carico dei titolari.
Perplessità e incognite
Molti esercenti, interpellati nel centro di Piacenza, hanno manifestato perplessità riguardo alle misure previste dal decreto. Per alcuni, la normativa appare poco chiara, mentre altri sono rimasti sorpresi nel constatare che tali obblighi ricadano completamente sui gestori. Il decreto – come detto – consente ai titolari di decidere se aderire o meno alle nuove linee guida, ma non tutti sembrano convinti. Per ora, la maggior parte dei titolari sembra essere ancora indecisa, con alcuni che si riservano di riflettere ulteriormente sulla questione, mentre altri ammettono di non essere nemmeno a conoscenza di tutte le disposizioni.
“Ad ora – dichiara Edo Cassinari, titolare con il fratello dell’Irish Pub di via San Siro – non ci sono state comunicate direttive precise, ma molti punti delle linee guida sono già in essere. Da parte nostra, il controllo sulla vendita di alcolici a minorenni è assiduo – afferma – chiediamo infatti sempre i documenti. La video sorveglianza? All’interno del locale l’abbiamo già varata per motivi di sicurezza, mentre la figura eventuale di un addetto alla sicurezza potrebbe rivelarsi un costo maggiore per le imprese”.
Il parere delle associazioni di categoria
“Questa emanazione – ha commentato Roberto Carbonetti, vicepresidente nazionale Silb (sindacato italiano locali da ballo) e nel direttivo nazionale di Fipe Confcommercio – è la parte attuativa di un decreto-legge del 2018. Per il settore notturno, vale a dire locali da ballo, discoteche e sale da gioco, cambia poco: qui a Piacenza abbiamo già sottoscritto con la prefettura due protocolli di intesa in questo senso. Protocolli che al proprio interno prevedono già le norme contenute nelle linee guida del ministero”.
A fargli eco è Cristian Lertora, presidente di Fiepet Piacenza: “L’idea potrebbe non essere completamente negativa, ma è importante sottolineare che non possiamo costringere il titolare di un locale a fare lo sceriffo. Non si può delegare a noi la responsabilità totale della sicurezza pubblica, non possiamo sostituirci alle forze dell’ordine. C’è il rischio che il barista, soprattutto in zone ad alto rischio, si trovi a dover chiudere o subire una revoca della licenza solo perché nelle vicinanze del suo locale ci sono telecamere che hanno ripreso atti illeciti, che non hanno nulla a che fare con la sua attività. Il confine tra le due cose è davvero sottile. In sostanza, non possiamo assumerci responsabilità che non dovrebbero essere a nostro carico“.
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