Giampaolo Cergnul e il ricordo del padre Emilio, militare deportato ed esule

11 Febbraio 2025 02:59

Giampaolo Cergnul arriva al Giardino del Ricordo, in via Buozzi, con la medaglia che pochi giorni fa il prefetto gli ha consegnato in un altro giardino, quello della Memoria. Mentre apre la scatola, che conserva l’onorificenza, si commuove: dentro c’è un pezzo della storia del suo papà Emilio, militare deportato in Germania dal 9 settembre 1943 al 13 agosto 1945, ma anche esule costretto a scappare dalla provincia di Pola subito dopo la fine della guerra.
Per questo Cergnul ha voluto essere presente alla cerimonia che ogni anno nel Giorno del Ricordo e che quest’anno ha visto partecipare, oltre alle istituzioni cittadine, anche numerosi studenti.

“Quando è tornato dalla Germania, mio padre si è trovato a casa i partigiani di Tito – spiega Giampaolo – lui era originario di Albona che allora era nella provincia di Pola: è subito rientrato nella Regia Marina ed è scappato a Venezia dove ha conosciuto mia mamma. Anche i suoi fratelli hanno dovuto lasciare casa: due sono emigrati in America, una è fuggita a Brescia”.

Al figlio, Emilio Cergnul ha parlato ben presto delle foibe e di quegli anni così dolorosi: “Dopo il referendum del 1946, mio papà ha lasciato la Regia Marina e si è imbarcato sulle navi civili, lavorando lì per trent’anni: io lo vedevo quando tornava a casa e la domenica sera, mettendomi a dormire, mi raccontava la storia della sua terra, dove i Cergnul erano presenti dal Settecento – spiega Giampaolo – io sono stato a Portorose, in Slovenia una sola volta per lavoro, mentre mia figlia è andata là nei luoghi della nostra famiglia, ha fotografato anche le tombe dei miei nonni che ancora esistono ad Albona, che oggi è in Croazia”.

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