Bagarre in consiglio per la patente antifascista, Barbieri: “Una città in imbarazzo”

27 Gennaio 2025 19:40

Toni accesi, critiche e polemiche da parte della minoranza di centrodestra riguardo al nuovo regolamento per accedere alle sedi comunali redatto dalla giunta Tarasconi in cui si richiede una sorta di “patente antifascista”. “Avete messo in imbarazzo l’intera città a livello nazionale” la denuncia dell’ex sindaca Patrizia Barbieri dai banchi della minoranza.

Come da previsioni della vigilia, il nuovo regolamento promosso dalla giunta Tarasconi per disciplinare le collaborazioni, le concessioni e i patrocini concessi dal Comune è approdato in consiglio scatenando critiche e contestazioni da parte della minoranza di centrodestra. Tra le varie novità il regolamento prevede infatti anche l’obbligo di rilasciare apposita dichiarazione a favore della Costituzione e contro atteggiamenti fascisti, razzisti, o sessisti tipici delle ideologie assolutiste e totalitarie.

Matteo Salvini sui social: “Roba da matti”

Una scelta che secondo l’ex sindaca e consigliera di minoranza Patrizia Barbieri ha messo in imbarazzo l’intera città. In mattinata anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini è intervenuto sul tema etichettando la scelta del Comune come una “roba da matti”. “Non siamo su Scherzi a parte, ma nella Piacenza a guida Pd. Sono queste le grandi battaglie della sinistra? Non hanno meglio da fare?” Si è chiesto il ministro.

“Un regolamento unico e chiaro” l’ha definito l’assessore al bilancio Gianluca Ceccarelli. Per il consigliere di App Luigi Rabuffi “è fondamentale rispettare la Costituzione per accedere alle sedi comunali patrimonio dell’intera città” perché sempre secondo Rabuffi “arginare comportamenti fascisti, razzisti e sessisti è un dovere di tutti”.

Si è definito incredulo invece il consigliere della Lega Luca Zandonella: “Mi sento in imbarazzo per la vostra scelta di stipulare un regolamento divisivo laddove non ce n’era alcun bisogno. Con questo regolamento un antifascista antisemita potrà accedere alle sedi comunali e allo stesso tempo anche un brigatista rosso potrà organizzare eventi e iniziative nelle sedi comunali”.

Discussione accesa in consiglio

Per la capogruppo Patrizia Barbieri “la giunta comunale è riuscita a far diventare un bollino antifascista un’iniziativa fascista mettendo in imbarazzo tutta la città di Piacenza”. Una forzatura anche per Jonathan Papamarenghi che ha definito inopportuno citare il totalitarismo fascista e non quello comunista.

“Non ci vedo nulla di anomalo nel richiedere a un cittadino di rispettare la nostra Costituzione – replica Luca Dallanegra, capogruppo per la lista civica Tarasconi -. Una richiesta normale fatta anche da altri Comuni come per esempio quello di Brescia. Credo sia un dovere dell’amministrazione comunale tutelare la Costituzione e richiedere determinati requisiti per accedere alle proprie sedi”.

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