Amedeo Minghi, emozioni in musica sotto il “cielo” del Politeama
18 Gennaio 2025 03:47
Un’occasione unica per rendere omaggio a un artista che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica italiana, non solo per la sua voce inconfondibile ma anche per il talento di autore che ha saputo tradurre emozioni universali in poesia musicale.
tutte le sfumature dell’amore
Al Politeama, sotto un cielo punteggiato di note e parole, Amedeo Minghi ha aperto le porte del suo mondo, un universo fatto di armonie eleganti e testi capaci di toccare corde profonde. Il concerto è stato un viaggio nell’essenza dell’amore, esplorato nelle sue mille sfumature. Minghi, autentico cantore del sentimento, ha saputo raccontare ogni volto dell’amore: quello maturo, carico di consapevolezza; quello adolescenziale, delicato e acerbo; quello sospeso, intriso di attese e incertezze; quello mai consumato, che vive nell’ideale; fino all’amore giocoso, leggero come una brezza, e a quello turbolento, attraversato da tempeste.
istantanee di vita
Le sue canzoni hanno dipinto istantanee di vita e di emozione, che il pubblico ha accolto con il calore di chi si sente parte di una storia condivisa. Un viaggio musicale che non si dimentica, capace di lasciare impressi ricordi che brillano di luce propria nel cassetto delle memorie più preziose. Gli spettatori si fanno catturare dalla screziata malinconia di “Non c’è vento stasera”, a seguire il nuovo singolo “I colori dell’est”, un tuffo negli anni ’70, un viaggio nei ricordi di un’epoca intrisa di cambiamenti, ideali e speranze.
“melodie di una giovinezza lontana”
Le atmosfere poetiche evocate da Minghi si intrecciano con immagini suggestive come il profumo del grano e i colori intensi del mattino, simboli che riportano a un tempo in cui i sogni sembravano più a portata di mano. “È una melodia che – puntualizza Minghi rivolgendosi alla platea – racconta una giovinezza lontana, fatta di tepore e sogni inespressi. Un amore che mi ha lasciato dentro una struggente nostalgia”». Ma nell’album c’è anche spazio per un pezzo dal forte impatto sociale: “L’importante è lei”, un brano che affronta il tema della guerra, definita da Minghi “maledetta”. Nella seconda parte del concerto arrivano i classici, e quindi “L’immenso”, “Notte bella magnifica”, “1950”, “La vita mia”, “Vattene amore”, “Cantare è d’amore”.
FOTO MAURO DEL PAPA
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