Dalle battaglie negli anni ’70 al consultorio autogestito: le testimonianze femministe
11 Marzo 2025 03:39
A sette anni Annalucia Marzoli – ma per tutti è Lucia – si era ripromessa: “Non laverò mai un calzino a un uomo”. Oggi Lucia è una bella donna che abita a Ponte dell’Olio: alle spalle una carriera da insegnante e un presente fatto di tante passioni che le illuminano ancora gli occhi. Ma niente li illumina come quando insieme a Maura Toscani racconta le battaglie femministe portate avanti nella Piacenza dei primi anni Settanta. Il consultorio autogestito fatto nascere in via Genocchi, al civico 9, proprio davanti alle suore. La maturazione di una coscienza politica mentre intorno tutto il mondo le insultava, “putane e malmaritate”, glielo avevano scritto anche sul muro esterno del consultorio, il collettivo che per presa in giro diventava “culattivo”.
“un movimento liberatorio”
Anche loro parteciperanno alla presentazione del libro di Benedetta Tobagi e Paola Agosti “Covando un mondo nuovo”, in programma il 20 marzo alle 17.30 nella serra di Palazzo Ghizzoni Nasalli, in via Serafini 12. L’incontro, intitolato “Femminostre. L’impegno delle donne nella Piacenza degli anni Settanta”, è organizzato dalla Conferenza delle donne democratiche (di cui Toscani fa parte): Tobagi sarà intervistata dalla giornalista e scrittrice Cecilia Pierami. Sono previste anche un’introduzione a cura della portavoce delle Donne democratiche Piacenza Nadia Maffini e l’intervento di Paola Milana e di altre femministe di quel decennio.
“Per noi questo nostro movimento era la gioia – spiega Lucia – era liberatorio, non vedevamo l’ora che arrivassero le sere in cui riunirsi”. “Il femminismo ha portato una ventata di libertà nella mia vita – le fa eco Maura – eravamo libere e consapevoli di volere cambiare un mondo che non ci piaceva”.
L’ESPERIENZA DEL CONSULTORIO
È il 1974 quando il gruppo capisce di aver bisogno di una sede: “La Gaby Cella aveva trovato un appartamento in via Genocchi con quattro camere – spiega Lucia – l’autocoscienza l’abbiamo iniziata lì: eravamo ognuna psicologa dell’altra”.
È in quell’anno che nasce anche l’idea del consultorio: “Il lettino lo abbiamo trovato subito e avevamo due vetrine dove conservavamo la pillola, le creme spermicida, i diaframmi, le spirali – continua Lucia -; il problema era trovare un ginecologo: lo abbiamo trovato in Maurizio Mezzadri che visitava sempre in nostra presenza. Eravamo un po’ infermiere e un po’ vigili”.
L’esperienza del consultorio va avanti per anni: “Le richieste più frequenti riguardavano i contraccettivi, poi c’erano gli aborti – spiegano Lucia e Maura – le donne venivano accompagnate in Francia perché in Italia l’aborto ancora non era legale. Le file di donne che c’erano per chiedere consulenze nei pomeriggi di apertura…”.
Nel 1979 il consultorio chiude, le femministe però non scompaiono.
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