Don Pasquali tra parrocchia e due ruote: “Viaggiare in moto avvicina le persone”

26 Febbraio 2025 00:02

Don Silvio Pasquali, parroco di Gossolengo, è un prete fuori dagli schemi, un uomo di fede con una grande passione per la motocicletta. Non è l’unico sacerdote motociclista in Italia, ma uno dei pochi a coniugare la spiritualità con la libertà delle due ruote. “Ne conosco altri sei o sette”, ha raccontato ieri sera ospite de “Lo Specchio di Piacenza”, ideato e condotto da Nicoletta Bracchi su Telelibertà.
Don Pasquali si è raccontato a cuore aperto, offrendo uno spaccato della sua vita e della sua missione. Attualmente è parroco a Gossolengo, dove da due anni guida la comunità con energia e spirito di innovazione. “Gestisco le attività quotidiane della parrocchia e cerco sempre di portare novità che possano arricchire l’esperienza di fede dei miei parrocchiani”.
Ma non solo, è anche alla guida di “Raid for Aid Team”, un’associazione che organizza spedizioni in moto con finalità benefiche, portando aiuto e supporto a chi ne ha più bisogno. Per lui, la moto non è solo un mezzo di trasporto, ma un simbolo di libertà e di incontro con le persone. “Viaggiare in moto significa avvicinarsi alla gente in modo spontaneo, senza barriere. La strada ti insegna l’umiltà, il rispetto e il valore della condivisione – ha raccontato -. Il mio impegno si traduce in un continuo movimento, sia fisico che spirituale: ogni viaggio diventa un’opportunità per diffondere il messaggio del Vangelo e per tendere una mano a chi ha bisogno di aiuto”.

l’infanzia

Don Silvio continua a percorrere chilometri su chilometri, portando con sé un messaggio di speranza, solidarietà e fratellanza, dimostrando che anche su due ruote si può essere al servizio degli altri. Tutti siamo stati bambini, e Don Silvio Pasquali ricorda con affetto la sua infanzia trascorsa a Bobbio, un luogo che per lui è stato un vero “paese dei balocchi”, immerso nella natura tra il fiume Trebbia e il Monte Penice.

“Si imparava a nuotare nel Trebbia. Lo stile non era certo quello di un campione, ma il fiume era il nostro maestro e il nostro campo giochi. Un altro punto di riferimento fondamentale della mia giovinezza è stato l’oratorio di Bobbio, un luogo di incontro e crescita per tanti ragazzi. Negli anni ‘80 l’oratorio era una vera salvezza per molti, uno spazio aperto a tutti, un posto dove si imparava a condividere e a stare insieme. I bambini di oggi? Seguo la formazione nell’iniziazione cristiana e nel catechismo, e mi rendo conto di quanto sia difficile per i ragazzi trovare spazi per giocare e socializzare. Un tempo le piazze e i cortili erano luoghi di incontro spontaneo, oggi tutto è più frammentato: i bambini vivono a flash, tra impegni scolastici e attività strutturate, con meno occasioni per esplorare e crescere confrontandosi”.

la vocazione

La vocazione non è arrivata all’improvviso, ma si è fatta strada poco alla volta.

“Avevo circa 18 anni – dice il Don – quando ho iniziato a sentire questa chiamata interiore. Dopo il diploma mi sono preso un anno per riflettere iniziando a lavorare come geometra, ma la sensazione che il mio cammino fosse un altro non mi abbandonava. Entrare in seminario è stato per me un’esperienza di verifica e crescita, non si tratta solo di scegliere di diventare prete, ma di approfondire il senso della presenza di Dio nella storia, come Cristo ce l’ha trasmessa». Lo sguardo si concentra per un istante su Piacenza, il contesto sociale entro il quale porta avanti il suo incarico: «E’ una città che deve superare un certo complesso di inferiorità, la chiave è nelle relazioni. Piacenza ha bisogno di guardare oltre e riscoprire la propria ricchezza. Ma cosa può realmente salvarci? Parlare, ascoltare, creare legami autentici è ciò che permette a una comunità di crescere, rafforzarsi e affrontare le sfide”.

Tutte le puntate de “Lo specchio di Piacenza” sono disponibili sul sito on demand di Telelibertà.

Viaggi, tra spiritualità e scoperta

Negli anni, Don Pasquali ha percorso in moto tra i 5.000 e i 6.000 chilometri all’anno, attraversando luoghi carichi di storia, cultura e spiritualità. Uno dei suoi primi grandi viaggi risale al 2010, quando in sella alla sua moto ha raggiunto Gerusalemme, passando per Turchia, Siria, Libano, Giordania e Palestina, fino ad arrivare in Israele. «Abbiamo attraversato territori che oggi, purtroppo, non esistono più come li abbiamo visti allora. La Siria era stupenda, un luogo di bellezza e accoglienza incredibile, nonostante l’equilibrio precario che si percepiva». Molti momenti sono rimasti impressi nella sua memoria: “In alcuni passaggi era era necessario un permesso militare per scattare fotografie e raccogliere materiale. Incontrare uomini armati non era raro, e spesso si intuiva che la tensione poteva sfociare in momenti difficili. Ma nei miei viaggi ho sempre trovato anche una profonda umanità. In tanti volevano sapere di più sull’Europa e sull’Italia, spinti da una curiosità sincera”.
Tra i luoghi che lo hanno maggiormente emozionato, Don Pasquali ricorda Palmira, la magnifica città romana che, anni dopo, sarebbe stata devastata dal conflitto in Siria. Uno dei momenti più intensi è stato sostare ai piedi del Monte Ararat, un luogo ricco di significati spirituali. “Essere lì è stata un’esperienza profonda, un’emozione indescrivibile, un incontro con la storia della fede e della vita di Cristo”. Con questo spirito di apertura e solidarietà, il prossimo viaggio del sacerdote sarà in Sud America, più precisamente a Salvador de Bahia, dove porterà il suo sostegno alla missione di Padre Andrea, missionario originario di Gossolengo. Un’esperienza di aiuto concreto, ma anche un’opportunità per costruire ponti tra culture diverse, dimostrando che l’ascolto e il dialogo sono strumenti universali di crescita e cambiamento.

Don Pasquali: educare i giovani e costruire comunità

Le comunità di Gossolengo e San Lazzaro, le due parrocchie in cui Don Pasquali ha svolto il suo ministero, Gossolengo e San Lazzaro, hanno storie diverse, ma un cuore comune: “Le persone restano al centro, ognuna con la propria storia, ma con lo stesso bisogno di sentirsi parte di qualcosa”. In particolare, San Lazzaro ha contribuito a far crescere una comunità viva e attiva, grazie al tempo, alla passione e all’entusiasmo di chi vi partecipa. “Un prete porta se stesso, con la sua sensibilità e il suo modo di servire: anche io ho imparato molto”. Don Pasquali non chiude gli occhi davanti alle difficoltà che incontra: “Ogni giorno emergono storie che feriscono e fanno soffrire, persone che chiedono aiuto. L’incomprensione, il pregiudizio e la mancanza di dialogo sono i veri ostacoli”. Per questo, nella parrocchia di San Lazzaro, nacque l’idea di educatori di strada, un progetto rivolto agli adolescenti in difficoltà. “Abbiamo iniziato con attività semplici, come un piccolo torneo di calciobalilla, per avvicinarli e costruire un rapporto di fiducia». Il malessere giovanile si manifesta spesso nella perdita di autostima e nella difficoltà a riconoscere il proprio valore. “Molti ragazzi – conclude Don Pasquali – non si accorgono delle loro capacità e finiscono per spegnere lo slancio interiore”.

© Copyright 2025 Editoriale Libertà